CONCLUSIONI

Ho cominciato a scrivere questo racconto con l’intenzione di incentrarlo sulla nascita e la breve vita, a mio avviso del tutto particolari ed interessanti, ed inoltre sulla fine, avvenuta ad opera di un furioso incendio e densa di significati, di un piccolo cinema che ha allietato Quero nell’immediato dopoguerra. Man mano che procedevo nell’impresa affioravano nella mia mente personaggi vissuti attorno al cinema stesso e che ho via via aggiunto perchè atti ad offrire un’idea realistica dell’ambiente.
Giunto ora alla fine del racconto, non riesco ad immaginare cosa esso sarebbe ed altresì cosa sarebbe stato Quero senza :

1) Livio, medaglia d’oro al valor partigiano che ha avuto il coraggio di costruire e gestire un cinema privo degli elementari sistemi di sicurezza ma che ha riscosso uno straordinario successo,
2) il prof. Bressa che ha disseminato di monumenti il Monte Cornella,
3) la Tecla con il suo bizzarro modo di guidare la vettura,
4) Berto che ha venduto la casa di sua madre per comprarsi la moto,
5) Vico ed Albino, i due pericolosi dinamitardi,
6) Nino, radioamatore ed amante del pericolo,
7) Franco, fratello di Nino, industriale farmaceutico ed ex sindaco di Quero,
8) Gasperin e la sua straordinaria officina,
9) Giovanni e Mario, emigrati in Australia e in Nuova Zelanda
10) Gli emigranti queresi sparsi in tutto il Mondo
11) Piero e i minatori emigrati in Belgio,
12) Giuseppe ed i numerosi queresi che hanno costruito imponenti dighe in tutto il mondo,
13) Albino che aveva sentito in sè la tragedia del Vajont
14) Vittorino, disperso in Russia e tutti gli altri queresi soldati di guerra,
15) Don Angelo Maddalon, cui si devono molte opere pubbliche tra le quali la Casa di Riposo e il nuovo Cinema Prealpi,
16) Gigi, sarto di quel grande architetto che rispondeva al nome di Carlo Scarpa,
17) Franz, simpaticissimo burlone da Alano di Piave ma di casa anche a Quero,
18) Silvio e Menico con il loro originale apparecchio cercatubi,
19) Secondo, elettricista ed uomo tuttofare per il Cinema e per la Cartiera di Vas,
20) Duilio e Piero con i loro mezzi di trasporto,
21) Bepi mio amico carissimo
22) Toni attore comico nato,
23) Alfonso, unica persona in grado di suonare il campanò,
24) Gigi che, senza patente, scorazzava con la decapottabile di suo padre, il veterinario di Quero, e che, da Sindaco di Quero ha consentito a molti concittadini la costruzione della casa, assolutamente senza alcun interesse personale ma con propri gravi danni,
25) Lino, il barbiere con una gamba rigida per il salto del ponte di Fener,
26) Nani, sarto-barbiere che aveva trasformato il suo locale in salotto da conversazione,
27) Carlo, geniale meccanico e autotrasportatore con camion funzionante a legna da ardere,
28) Luigi e Tullio che, di ritorno dai grandi cantieri di costruzione delle dighe, hanno creato industrie modello;
29) la Maestra Rago che con tanto amore ci ha fatto scuola insegnandoci anche il modo di vivere;
30) Fotocolor Resegati, presso la quale esiste un fornitissimo archivio di vecchie fotografie di Quero dal quale provengono alcune di quelli inserite in questo testo,
31) tanta gente comune e tanti altri queresi che prego di perdonarmi per essere stati da mè dimenticati ma che hanno fatto di questo paese un luogo veramente speciale.

Infine non riesco ad immaginare cosa ne sarebbe di tutti gli avvenimenti straordinari che sono accaduti a Quero nell’ultimo mezzo secolo se nessuno, come ha tentato qui di fare il sottoscritto, non ne avesse in qualche modo raccolto e condensato la memoria. Essi sarebbero naufragati nell’oblio dimenticati da tutti, in pratica sarebbe come non fossero mai accaduti.
Oltre che del suo cinema, è di Quero e dei suoi usi che in definitiva ho voluto parlare facendone rilevare la trasformazione subita in quest’ultimo mezzo secolo e così repentina da non trovar uguali nei tempi passati e da risultare assolutamente irripetibile in quelli futuri.
La fatica trova, se non lettori, almeno giustificazione nell’avermi permesso di rivivere un periodo importante, denso di avvenimenti legati ad un paese che amo ma che, avendo da ben 40 anni trasferito altrove la mia residenza fissa, avrei tradito se non fosse per la nemesi storica, letteralmente per quel fenomeno in base al quale “nell’immanente sono i figli ad essere chiamati a riparare le colpe dei padri “. Ed ecco che sono i miei congiunti ad ovviare a questa mia mancanza.

 

La mia nipotina querese Chiara

 

Mio figlio continua infatti a Quero la attività di libero professionista che vi ho per lunghi anni esercitato. Ma è soprattutto mia figlia Marina che, avendo trovato lavoro a Feltre, ha fissato a Quero la dimora stabile della sua famiglia e la mia unica nipotina Chiara è querese a tutti gli effetti. Sia Marina che suo marito, ambedue nati e vissuti nel veneziano, sono oggi entusiasti del paese che li ospita per gli ottimi rapporti che hanno con la gente e per l’ambiente sano e ricco di manifestazioni di vario genere in cui vivono.
Io mi auguro possano trascorrervi lunghi periodi di tranquilla serenità nel mentre ritengo impossibile che il futuro possa riservar a questi miei congiunti tanti avvenimenti straordinari come quelli cui ha partecipato e che ha tentato qui di rappresentare il sottoscritto.

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