Nel corso delle varie puntate si è visto come, nel doguerra, le possibilità di lavoro nei piccoli paesi come Quero, fossero prossime allo zero. Chi ne soffriva di più erano i giovani i quali, in attesa di raggiungere i 18-20 anni per emigrare all’estero, restavano parcheggiati in paese e disponibili a svolgere qualsiasi attività anche se scarsamente retribuita.
Con queste premesse quale modo migliore per poter disporre del personale necessario per l’esercizio del cinema con costi contenuti se non quello di ricorrere a loro? Ed è proprio tra i giovani, delle tipologie più diverse e dedite alle attività più disparate spesso assai strane e pericolose che Livio attingeva per l’esplicazione delle varie mansioni tra le quali quella, particolarmente complessa, di addetto alla macchina da proiezione