PERDITE OCCULTE DEGLI ACQUEDOTTI: SCARSA CONOSCENZA E CATTIVA INFORMAZIONE

1) PREMESSA

punto escamativoLa stampa tecnica specializzata ed anche quella di tipo divulgativo, si occupano spesso del problema delle perdite occulte degli acquedotti enfatizzando le disastrose conseguenze che derivano alla società intera dal notevole volume d’acqua che viene a mancare nei bilanci idrici degli acquedotti. Sono frequenti dichiarazioni di questo tipo: in Italia il 50% dell’acqua captata dalle fonti non arriva all’utente ma viene perduta.
Si vuole qui dimostrare come i dati diffusi dalla stampa e, ahimè anche quelli in possesso agli Enti gestori degli acquedotti, siano in gran parte affetti da errori così macroscopici da metterne in dubbio la validità. Si vuole altresì dimostrare come, in relazione all’argomento qui trattato, siano totalmente sconosciuti anche altri elementi di vitale importanza.

2) LA DETERMINAZIONE DEL VOLUME TOTALE D’ACQUA PRODOTTA

Quello in oggetto è Il secondo dato base da considerare nei calcoli. E’ nella sua determinazione che vengono commessi gli errori maggiori.
Il volume di cui si discute viene normalmente ricavato dalle registrazioni contabili redatte dall’Ente gestore per la riscossione delle bollette d’acqua e quindi per scopi e con modalità diverse da quelli qui trattati.
Non è da escludere il caso in cui venga messo in conto “sic et sempliciter” il volume totale d’acqua fatturato senza tener conto che esso comprende anche volumi non consumati ma che vengono addebitati all’utenza per consumi mensili inferiori al quantitativo minimo prefissato. Quando anche si sia tenuto conto dei minimi fissi grazie ad un sistema che conteggia anche i volumi d’acqua realmente consumati dall’utenza oppure mediante calcoli empirici più o meno esatti, permangono altri gravi errori dovuti alle caratteristiche meccaniche del contatore privato d’utenza. Da rilevare, innanzitutto, la sua inerzia di base che fà si che le piccole portate come sono lo stillicidio di un rubinetto o la sua apertura parziale, non vengano affatto misurate essendo inferiori al quantitativo minimo necessario per vincere l’attrito iniziale del contatore medesimo. Sembrerà un’inezia, ma la somma di tante piccole mancate registrazioni come quella indicata costituisce invece un sensibile errore nella stima totale dei consumi.
Un altro fattore da tener presente è l’invecchiamento dei contatori degli utenti. Non è raro constatare come molti di loro siano muniti dello stesso apparecchio da più decenni, il che significa misure assolutamente non veritiere. Un tempo si ovviava a questo inconveniente, provvedendo, su richiesta dell’utente o a intervalli regolari, alla verifica del contatore tramite l’apposito cassone di misura e alla sua regolazione con la vite di taratura di cui erano muniti i contatori stessi. Ai nostri giorni si preferisce sostituire frequentemente gli strumenti di misura ma, nella realtà, questa ottima pratica è spesso disattesa ed il parco contatori è sistematicamente troppo vecchio per fornire dati esatti.
Ulteriori difetti nella determinazione dei volumi realmente consumati nel periodo in esame sono dovuti alle modalità normalmente seguite nella lettura dei contatori d’utenza la quale non è, ovviamente, eseguita contemporaneamente per tutti gli utenti ma è invece distribuita lungo tutto un periodo di lettura più o meno lungo. Si tratta pertanto di dati che temporalmente non coincidono affatto con quelli dei misuratori della portata totale immessa in rete di cui al capitolo 2 provocando una evidente disomogeneità tra gli elementi messi a confronto e quindi un ulteriore motivo di errore nei calcoli.
Un altro elemento da non trascurare è la mancata registrazione di notevoli consumi relativi agli edifici pubblici o enti di beneficenza che non pagano l’acqua, alle fontanelle pubbliche, alle vasche di cacciata delle fognature pubbliche, agli idranti o alle prese per bagnare i giardini pubblici e le strade, i lavaggi o gli scarichi d’acqua per interventi di normale manutenzione dell’acquedotto, gli sfiori dei serbatoi, gli allacciamenti abusivi o comunque esenti da fatturazione. Si tratta di ingenti quantitativi d’acqua che sfuggono da ogni tipo di controllo o misura.
Infine nel caso di presenza di aria emulsionata nell’acqua a causa di eventuali anomalie degli impianti, oltre alle imprecisioni nella determinazione dei volumi immessi in rete di cui si è detto al capitolo 2, si verificano errori anche in quelli consegnati all’utenza. Infatti, se non precedentemente eliminata tramite sfiati o vasche di carico, l’aria presente nei tubi della rete viene eliminata attraverso gli allacciamenti di utenza le cui cravatte di presa sono tutte posizionate sulla generatrice superiore delle tubazioni stradali proprio allo scopo di raccogliere ed evacuare le sacche d’aria. Ebbene anche in questo caso si provocano degli errori nella misura perché nessuno sa come si comporti il contatore privato, che è stato tarato per misurare acqua, quando è invece percorso dall’aria. Certamente il volume misurato non ha alcuna attinenza con il bilancio idrico di cui di parla trattandosi di aria che passa a gran velocità attraverso le pale del mulinello del contatore!

 

 

3) LA DETERMINAZIONE DEI VOLUMI D’ACQUA FORNITA ALL’UTENZA

Questi contatori non sono in grado di misurare con esattezza i volumi d’acqua consumati dall’utenza. Devono essere sostituiti quanto prima da contatori di nuovo tipo e multifunzione

Quello in oggetto è Il secondo dato base da considerare nei calcoli. E’ nella sua determinazione che vengono commessi gli errori maggiori.
Il volume di cui si discute viene normalmente ricavato dalle registrazioni contabili redatte dall’Ente gestore per la riscossione delle bollette d’acqua e quindi per scopi e con modalità diverse da quelli qui trattati.
Non è da escludere il caso in cui venga messo in conto “sic et sempliciter” il volume totale d’acqua fatturato senza tener conto che esso comprende anche volumi non consumati ma che vengono addebitati all’utenza per consumi mensili inferiori al quantitativo minimo prefissato. Quando anche si sia tenuto conto dei minimi fissi grazie ad un sistema che conteggia anche i volumi d’acqua realmente consumati dall’utenza oppure mediante calcoli empirici più o meno esatti, permangono altri gravi errori dovuti alle caratteristiche meccaniche del contatore privato d’utenza. Da rilevare, innanzitutto, la sua inerzia di base che fà si che le piccole portate come sono lo stillicidio di un rubinetto o la sua apertura parziale, non vengano affatto misurate essendo inferiori al quantitativo minimo necessario per vincere l’attrito iniziale del contatore medesimo. Sembrerà un’inezia, ma la somma di tante piccole mancate registrazioni come quella indicata costituisce invece un sensibile errore nella stima totale dei consumi.
Un altro fattore da tener presente è l’invecchiamento dei contatori degli utenti. Non è raro constatare come molti di loro siano muniti dello stesso apparecchio da più decenni, il che significa misure assolutamente non veritiere. Un tempo si ovviava a questo inconveniente, provvedendo, su richiesta dell’utente o a intervalli regolari, alla verifica del contatore tramite l’apposito cassone di misura e alla sua regolazione con la vite di taratura di cui erano muniti i contatori stessi. Ai nostri giorni si preferisce sostituire frequentemente gli strumenti di misura ma, nella realtà, questa ottima pratica è spesso disattesa ed il parco contatori è sistematicamente troppo vecchio per fornire dati esatti.
Ulteriori difetti nella determinazione dei volumi realmente consumati nel periodo in esame sono dovuti alle modalità normalmente seguite nella lettura dei contatori d’utenza la quale non è, ovviamente, eseguita contemporaneamente per tutti gli utenti ma è invece distribuita lungo tutto un periodo di lettura più o meno lungo. Si tratta pertanto di dati che temporalmente non coincidono affatto con quelli dei misuratori della portata totale immessa in rete di cui al capitolo 2 provocando una evidente disomogeneità tra gli elementi messi a confronto e quindi un ulteriore motivo di errore nei calcoli.
Un altro elemento da non trascurare è la mancata registrazione di notevoli consumi relativi agli edifici pubblici o enti di beneficenza che non pagano l’acqua, alle fontanelle pubbliche, alle vasche di cacciata delle fognature pubbliche, agli idranti o alle prese per bagnare i giardini pubblici e le strade, i lavaggi o gli scarichi d’acqua per interventi di normale manutenzione dell’acquedotto, gli sfiori dei serbatoi, gli allacciamenti abusivi o comunque esenti da fatturazione. Si tratta di ingenti quantitativi d’acqua che sfuggono da ogni tipo di controllo o misura.
Infine nel caso di presenza di aria emulsionata nell’acqua a causa di eventuali anomalie degli impianti, oltre alle imprecisioni nella determinazione dei volumi immessi in rete di cui si è detto al capitolo 2, si verificano errori anche in quelli consegnati all’utenza. Infatti, se non precedentemente eliminata tramite sfiati o vasche di carico, l’aria presente nei tubi della rete viene eliminata attraverso gli allacciamenti di utenza le cui cravatte di presa sono tutte posizionate sulla generatrice superiore delle tubazioni stradali proprio allo scopo di raccogliere ed evacuare le sacche d’aria. Ebbene anche in questo caso si provocano degli errori nella misura perché nessuno sa come si comporti il contatore privato, che è stato tarato per misurare acqua, quando è invece percorso dall’aria. Certamente il volume misurato non ha alcuna attinenza con il bilancio idrico di cui di parla trattandosi di aria che passa a gran velocità attraverso le pale del mulinello del contatore!

 

4) AFFIDABILITA’ DEL RISULTATO E AZIONI DA INTRAPRENDERE

Dalle indicazioni fornite si arriva a capire come i dati di perdita degli acquedotti sui quali si sono versati e si continuino a versare fiumi di inchiostro non siano che dati fortemente approssimati.
Non é ovviamente possibile stimare il grado di imprecisione che li caratterizza: quella che emerge è solo una sensazione di grande precarietà e quindi difficoltà a formulare analisi approfondite. Si possono citare solo elementi di larga massima. Ad esempio se la percentuale di errore in più o in meno fosse pari, come sembra plausibile, al 20%, ciò starebbe ad indicare che un acquedotto cui è attribuita una percentuale di perdita del 50% nella realtà potrebbe avere percentuali del 70% e quindi da considerare catastrofiche come pure quelle, di tutta tranquillità, pari al 30%!

Un altro elemento che dà da pensare è la mancanza di elementi circa l’interdipendenza che sicuramente esiste tra perdite occulte e pressione di funzionamento delle condotte acquedottistiche.

Si arriva a concludere che, rappresentando le perdite occulte degli acquedotti un fenomeno praticamente incognito, è tempo di approfondirne la conoscenza effettuando accertamenti diversi da quelli attualmente usati di cui si è prima parlato, e che siano atti a dare le necessario informazioni. In questo senso un provvedimento ad avviso di che scrive essenziale, sarebbe l’esecuzione di una serie di prove condotte secondo le seguenti regole.
Scelta all’interno di una rete acquedottistica un’area ben delimitata i cui utenti rappresentino l’utenza media cittadina, applicare in serie con il contatore di tutti gli utenti di detta zona un misuratore-registratore di portata e della pressione di consegna dell’acqua. Applicare nei punti di immissione dell’acqua nella zona prescelta dei misuratori in grado di rilevare e registrare con continuità portata totale e pressione dell’acqua fornita alla zona stessa. La strumentazione fatta funzionare per un periodo di più bollettazioni permetterebbe di chiarire i molti interrogativi prima indicati e suggerire le soluzioni dei vari problemi.

 

5) CONCLUSIONI

Dimostrato, tramite una elencazione dei possibili errori, che l’ammontare delle perdite occulte degli acquedotti è praticamente incognito, viene affermata l’infondatezza delle conclusioni cui la stampa tecnica perviene nello specifico settore.
Sono proposti gli accertamenti da eseguire nella rete acquedottistica per ottenere la conoscenza vera dei fenomeni connessi alla distribuzione dell’acqua potabile all’utenza in relazione allo scottante tema delle perdite in oggetto.

aggiornato novembre 2005

 

NB.: Gli argomenti di questa sezione continuano  nella parte seguente.

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