1) PREMESSA
Sono molti i problemi di base che la Società Italiana deve affrontare senza che, alla luce delle attuali conoscenze, se ne intraveda soluzione. Ne cito alcuni: Il reperimento di energia, l’approvvigionamento idrico, lo smaltimento dei rifiuti urbani, il condizionamento termico degli edifici, i trasporti urbani ed extra urbani, l’inquinamento atmosferico ed idrico ecc. ecc. L’attenzione generale, invece di essere rivolta verso una loro risoluzione valida, viene sempre più spesso dirottata verso aspetti marginali. Ne deriva che la attuale situazione di stallo è destinata a durare a lungo.
Elencherò alcune peculiarità iniziando da un settore che conosco meglio degli altri e cioè l’approvvigionamento idrico. Altri argomenti, anche se molto importanti, costituiscono materia specialistica che chi scrive conosce solo superficialmente. Di essi sarà quindi riportato un breve accenno al solo scopo di richiamarne la memoria.
2) L’APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
E’ noto come alcune regioni italiane soffrano di sistematiche crisi idriche che riguardano sia l’approvvigionamento di acqua potabile sia di quella ad uso industriale, artigianale e di irrigazione. La cura che viene generalmente proposta consiste nell’economizzarne l’impiego. Ed ecco una fioritura di accessori e di regole che vengono consigliate a tutti i cittadini. “Applicate ai vostri rubinetti il rompigetto, usate la doccia evitando di fare il bagno in vasca, lavate l’automobile con un secchio, non lavate la verdura con getto continuo, riutilizzate le vostre acque di scarico ecc ecc.”. Riguardo l’altra piaga sempre presente negli acquedotti italiani e cioè le perdite occulte dalla quale deriva una dispersione di quasi il 50% dell’acqua prodotta, l’unico provvedimento invocato è il rifacimento pressoché totale degli acquedotti obsoleti.
Si tratta di interventi di scarsa efficacia quelli relativi al risparmio idrico, o, a causa del costo elevatissimo, difficilmente attuabile il secondo relativo al ripristino delle reti. I problemi devono invece essere risolti alla radice intervenendo innanzitutto nei punti per i quali è impegnata la maggior parte della risorsa idrica disponibile, e, prima tra tutti, l’irrigazione agricola. Ad esempio se si esamina in dettaglio l’irrigazione a pioggia, si nota come essa sia fonte di dispersione per evaporazione di grandi volumi idrici cui si può efficacemente ovviare optando per metodologie più razionali che consentano di addurre l’acqua goccia a goccia fino alle radici delle piante.
Molto importante anche la razionalizzazione degli acquedotti a servizio delle zone industriali.
Per quanto concerne poi l’acqua potabile, tra i molteplici interventi da proporre sussiste la regolarizzazione della pressione di esercizio che, da sola, oltre che al risparmio energetico, consentirebbe soprattutto di dimezzare le ingenti perdite occulte che accusano gli acquedotti italiani. Come faccio rilevare in altra parte del sito ( v.artIcolo ” LA REGOLAZIONE DELLA PRESSIONE NELLE RETI ACQUEDOTTISTICHE – L’ESPERIENZA BRASILIANA” ) queste modalità di intervento che in altre nazioni stanno offrendo risultati molto importanti, in Italia sono scarsamente adottate, nel mentre ci si perde nel proporre rimedi, come quello del risparmio individuale, i cui benefici sono veramente modesti.
Un altro elemento determinante, di cui si parla, è rappresentato da una efficiente strategia di accumulo e di conservazione dell’acqua che in natura è presente in gran quantità nei periodi piovosi e che, in tale occasione, è per lo più dispersa per ruscellamento diretto o per evaporazione. Allo scopo non bisogna limitarsi ai bacini artificiali tramite dighe di ritenuta ormai di difficoltosa realizzazione per svariati fattori tra cui il grave impatto ambientale, la dispersione idrica che li caratterizza e soprattutto per la mancanza di spazi adatti alla loro costruzione in Italia, ma occorre invece studiare e realizzare sistemi nuovi inerenti soprattutto l’accumulo d’acqua nel sottosuolo dove essa trova l’ambiente ideale per rimanervi a lungo senza subire o provocare danni di sorta. Tra le possibili soluzioni cito per prima la ricarica forzata della falda, già adottata all’estero, grazie alla quale è possibile iniettare nel sottosuolo e durante i periodi di grandi piogge, ingenti volumi idrici per poterli utilizzare quando serve ed anche in luoghi molto lontani come ubicazione e come periodi di tempo da quelli di captazione.
Per secondo segnalo la necessità di ricavare nel sottosuolo grandi capacità di accumulo. Un esempio è quello visibile nell’art. “Un grande serbatoio sotterraneo per spegnere la grande sete dell’Isola d’Elba”proposto dal sottoscritto e che consiste in una galleria/serbatoio del diametro di 10 metri e della lunghezza di 25 Km. avente un volume utile di ben 2,5 milioni di mc.
Un’altra modalità di accumulo e di reperimento di grandi volumi idrici è basata sugli sbarramenti mobili delle foci dei fiumi più importanti d’Italia. Come descritto nell’omonimo articolo visibile su questo stesso sito, la creazione di grandi bacini golenali di foce renderebbe disponibili ingenti volumi idrici con garanzia di salvaguardia dalla risalita del cuneo salino e senza depauperare il fiume delle necessarie portate d’alveo.
Sussiste anche la possibilità di creazione di grandi bacini di accumulo sotterraneo da farsi mediante diaframmi di impermeabilizzazione di vaste aree.
Interventi di altro tipo volti allo stesso scopo consistono nella riutilizzazione delle acque reflue convenientemente trattate ed immesse nelle reti di distribuzioni irrigue o industriali. Per ottenerne un valido risultato bisogna però riorganizzare i sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue cittadine favorendo i sistemi unificati per territori molto estesi e con fognature di tipo separativo aventi immissione diretta delle acque di pioggia nei fiumi ed il collettamento di quelle nere in grandi impianti regionali o comprensoriali atti ad una depurazione spinta delle acque che ne consenta l’utilizzazione agricola ed industriale. La presenza di fognatura per acque nere separate da quelle bianche garantisce una notevole disponibilità d’acqua nei periodi siccitosi che sono quelli di massima criticità. Le acque reflue dipendono infatti dal servizio di approvvigionamento idropotabile che, grazie alle proprie capacità di produzione e di accumulo d’acqua razionalmente concepite come prima indicato, deve essere in grado di fornire all’utenza tutta l’acqua che le serve anche in presenza di siccità eccezionale.
Un ulteriore provvedimento dal quale si possono ottenere importanti benefici è l’integrazione tra diversi sistemi di produzione e distribuzione d’acqua con interscambio di portate da una regione all’altra. Una ipotesi di unificazione spinta tra sistemi di distribuzione idrica italiani è quella descritta nell’art. “Viaggio fantastico nell’utopia dell’acqua” visibile nel sito citato e che traccia delle ipotesi di unificazione di poco probabile fattibilità ma che ha il pregio di sottoporre all’attenzione il problema in oggetto e di sollecitarne la discussione.
La breve disamina sopra riportata di alcuni dei provvedimenti che ad avviso di chi scrive potrebbero contribuire notevolmente alla risoluzione dei problemi che assillano il rifornimento idrico in Italia, dà una chiara idea della vastità dei temi da affrontare e dell’importanza dei risultati che si potrebbero ottenere dagli interventi proposti. Faccio anche rilevare come il risparmio idrico tanto auspicato non possa invece che effettuare una azione modestissima anche perchè, se da un lato diminuisce i consumi reali degli utenti dell’acquedotto, dall’altro lato provoca un aumento della pressione di rete cui corrisponde un notevole aumento delle perdite occulte, aumento che finisce per annullare in parte i benefici.
L’altra obiezione che viene avanzata ed in base alla quale adottando in toto le misure di risparmio idrico si otterrebbe una notevole diminuzione delle bollette che gli utenti devono pagare agli enti gestori per le forniture d’acqua al loro domicilio, è anch’essa fasulla in quanto la diminuzione generalizzata degli importi delle bollette provocherebbe una indispensabile delibera di aumento degli importi unitari per ogni metro cubo d’acqua consumata a cui dovrebbero inevitabilmente ricorrere gli Enti Gestori per evitare il deficit di bilancio che, in caso contrario, deriverebbe dai diminuiti consumi.
In definitiva lasciamo che l’utente usi, ovviamente senza sprecarla, tutta l’acqua che gli serve per i consumi normali ed anche per quelli straordinari come annaffiamento di piccoli giardini, il lavaggio saltuario delle macchine ecc. ecc. e risolviamo i problemi alla radice ponendo molta attenzione ai grandi numeri. Ne risulterà un notevole aumento del benessere generale, l’eliminazione delle crisi idriche gravissime che interessano intere regioni sopratutto al Sud dell’Italia, e ne deriveranno anche dei servizi efficienti e remunerati e, anch’esso fondamentale, un bilancio idrico nazionale positivo.
3) ENERGIA DI BASE
Uno dei problemi essenziali dell’Italia dei nostri giorni è senza alcun dubbio quello del reperimento di energia a prezzi contenuti ed in grandissima quantità in modo da far cessare o diminuire sensibilmente la nostra dipendenza dal petrolio che sta mettendo a dura prova l’intera economia del mondo occidentale.
Anche in questo campo noto un proliferare di opinioni, a mio modo di vedere, completamente errate.
Si auspica il ricorso alle energie alternative come quelle eoliche, solari, o alle biomasse con le quali, si dice, si potrà approvvigionarsi di ben il 20-30% del quantitativo di energia elettrica oggi necessario, praticamente senza nulla spendere e, sopratutto, senza provocare alcun danno all’ambiente. Non si tiene conto che per la vera risoluzione del problema occorre incrementare l’attuale disponibilità di almeno quattro o cinque volte! Tale è il quantitativo reale di energia di nuovo tipo di cui bisognerebbe disporre per poter sostituire gli attuali smisurati consumi di petrolio ovviamente previa trasformazione di tutte le apparecchiature che per funzionare abbisognano del petrolio o dei suoi derivati (automobili, impianti di riscaldamento, trasporti urbani ed acquei ecc.) predisponendole per l’alimentazione elettrica .
Per raggiungere tale ambizioso risultato occorre trovare una nuova fonte energetica che, alla luce delle attuali conoscenze e nonostante tutti i rischi, non può essere intravista che nel nucleare fatta salva la necessità di sempre più accurati controlli sulla sicurezza e sopratutto uno smaltimento delle scorie sempre più efficace.
Senza entrare in questo campo specialistico è invece da segnalare la necessità di trovare nuovi modi di accumulo dei grandi quantitativi di energia di supero al fine di poterla usare nei periodi critici. Attualmente l’unico sistema effettivamente realizzato è quello degli impianti idroelettrici reversibili con due bacini idrici sovrapposti la cui funzione di normale produzione di energia elettrica si alterna a quella di stoccaggio di grandi volumi d’acqua che, sfruttando i cascami di energia, viene ripompata nel bacino superiore. Si tratta però di sistemi a scarso rendimento e di difficile costruzione.
In questi ultimi anni, l’incessante aumento di prezzo del petrolio ha favorito la ricerca di nuovi rivoluzionari sistemi di accumulo di energia che sicuramente finiranno per giungere a buoni risultati. Si tratta di un campo altamente specialistico per cui mi sento solo di dire come il settore nel quale sembra di più probabile successo sia quello inerente l’idrogeno. Da quello che posso capire, con tale sistema si arriverà a trasformare direttamente in idrogeno tutta l’energia elettrica di esubero. L’idrogeno, una volta immagazzinato in appositi contenitori, resterà disponibile per essere ritrasformato in corrente elettrica al momento del bisogno. Si proclama ad alta voce che sarà questa la risorsa che vedrà proliferare gli impianti eolici e solari in quanto sarà allora eliminato il difetto principale di tali impianti e cioè la loro aleatorietà temporale. Quello che si auspica è quindi una massiccia diffusione di impianti che producono non importa quando ed anche con intensità aleatoriamente variabile, grandi quantitativi di corrente elettrica da trasformare, seduta stante, in idrogeno da distribuirsi ai vari consumatori con quei mezzi che la tecnica saprà trovare per coprire qualsivoglia fabbisogno energetico. Chi scrive è dell’avviso che non sia questa la strada da seguire e che, sempre per il motivo già indicato, sia sbagliato pensare di soddisfare l’enorme fabbisogno futuro di energia tramite migliaia e migliaia di piccole fonti. Bisogna invece puntare su poche, ad esempio al massimo su una decina, mega centrali che funzionando ininterrottamente 24 ore su 24 ed a intensità assolutamente costante, producano ognuna enormi quantitativi di energia elettrica destinata a soddisfare, a costi specifici molto contenuti, direttamente il fabbisogno italiano istantaneo nel mentre con l’energia di supero dei periodi notturni o comunque di scarsa richiesta, venga prodotto idrogeno da destinare a riserva energetica ed agli altri innumerevoli impieghi oggi soddisfatti da accumulatori, da pile elettriche, da motori a scoppio, da bombole a gas metano ecc. Solo seguendo concetti di grande respiro come quest’ultimo si potrà, a mio avviso, vincere la grande sfida energetica.
Chiudo l’argomento riportando quello che stà succedendo in Germania dove si è da anni deliberato di promuovere intensamente le energie alternative e soprattutto quelle eolica e solare.
Ebbene in tale nazione si sono costruite moltissimi impianti di tale tipo e molti altri sono oggi in corso di realizzazione e di progettazione. Sull’argomento ci sono innumerevoli pubblicazioni, in gran parte redatte da enti e privati che ne ritraggono un interesse diretto, e che ne confermano la validità. Sussistono però altre prese di posizione totalmente contrastanti. A mè risulta che ci si stà ora accorgendo come la descritta intensa attività germanica, lungi dal produrre i benefici sperati in quanto l’energia prodotta è più cara di quella che si potrebbe acquistare all’estero come stà facendo l’Italia, è giustificata solo dal rilevante contributo che lo Stato tedesco stà dando ai produttori, agli installatori ed ai gestori degli impianti eolici e di quelli solari. Si tratta di un grande bluff che si dissolverà non appena si avrà il coraggio di ammettere l’errore commesso confermando in toto la necessità di intraprendere la strada prima quì indicata.
4) RISCALDAMENTO E CONDIZIONAMENTO EDIFICI
Anche in questo settore non manca chi esalti la diffusione, già in atto, di piccoli impianti di riscaldamento individuali a gas, erroneamente ritenuti i più economici.
Pur non avendo una competenza specifica mi sento di affermare come una razionale soluzione del problema vada invece in una direzione diametralmente opposta e cioè verso l’attuazione di impianti centralizzati di grandi dimensioni dotati di poche centrali di produzione e distribuzione in aree abitate molto vaste. Tali centrali dovrebbero essere abbinate ad altri servizi dei quali poter sfruttare il calore in esubero. Ad esempio i grandi impianti di produzione di energia elettrica, quelli di trattamento dei rifiuti urbani, quelli di produzione dell’idrogeno e molti altri simili hanno bisogno di refrigerare le loro apparecchiature con sistemi che attualmente dissipano enormi quantitativi di calore i quali potrebbero invece essere riutilizzati per il teleriscaldamento di interi quartieri. In subordine gli impiantini individuali dovrebbero essere sostituiti da quelli centralizzati condominio per condominio più facili da controllare, meno inquinanti e meno dispendiosi. In ogni caso, se fosse realistica la disponibilità di grandi quantitativi di energia elettrica a basso costo di cui si è parlato al cap. 3, resta imprescindibile la eliminazione di tutte le caldaie del riscaldamento domestico oggi basate su petrolio e relativi sottoprodotti e loro sostituzione con apparecchiature elettriche, meno costose, più sicure e meno inquinanti.
5) TRASPORTI URBANI, INTERURBANI E MERCANTILI
Sono ben noti gli interventi da tutti auspicati per la risoluzione di questo scottante problema e cioè la trasposizione del trasporto mercantile e personale da gomma a ferrovia, la messa in servizio di linee ferroviarie urbane (metropolitane) ed interurbane (alta velocità , grandi corridoi su binario ecc.). Gli interventi posti effettivamente in atto sono volti soltanto a rimediare agli alti tassi di inquinamento dell’aria, e consistono nella circolazione dei veicoli a giorni alterni in base alla targa o nel divieto assoluto di transito nei giorni di inquinamento dell’aria elevato ma sono solo dei palliativi senza risultati apprezzabili.
Un accorgimento a quanto mi risulta poco utilizzato, è quello del monitoraggio, automatizzazione semaforica e dei messaggi variabili che, se esteso a tutte le città importanti e razionalmente concepito e gestito, contribuirebbe notevolmente indirizzando opportunamente le correnti di traffico e tenendo sotto controllo l’inquinamento chimico ed acustico dell’aria.
Anche nel campo dei trasporti fluviali che potrebbero svolgere una importante azione moderatrice del costo della movimentazione delle merci, si è fatto ben poco. Ci sono delle idrovie costruite solo a metà per mancanza di un valido coordiamento di questo settore.
6) DISINQUINAMENTO AMBIENTALE
Oggi l’aria delle città è irrespirabile! Quali sono i provvedimenti adottati? La circolazione a targhe alterne ed il divieto assoluto di circolazione nelle giornate festive. Il risultato effettivo è stato quasi nullo. Anche in questo campo sono i grandi numeri che contano. Occorre operare delle importanti scelte di base: trasformare tutti gli impianti di riscaldamento degli edfici adottando, come detto al cap, 4 ‘il teleriscaldamento centralizzato di interi quartieri, privilegiando tecniche di recupero del calore dagli altri servizi oppure sistemi centralizzati e funzionanti a corrente elettrica o ad altra fonte di calore priva di emissioni inquinanti nell’atmosfera. Una profonda trasformazione deve essere operata sui trasporti diminuendo l’uso dei mezzi privati sia per la movimentazione delle merci che delle persone a favore di quelli pubblici cumulativi (treni, metropolitane, mezzi acquei ecc.). Per i mezzi privati e personali bisogna abbandonare completamente i propulsori con motore a scoppio adottando sistemi elettrici o ad altro propellente privo di emissioni dannose.
7) IL DISINQUINAMENTO DELLE ACQUE DEI FIUMI E DEL MARE
La costituzione degli ATO cioè degli ambiti territoriali ottimali ha dato inizio ad un’opera di unificazione e di razionalizzazione del ciclo completo delle acque che và dal rifornimento idrico al trattamento delle acque reflue.
La strada da compiere è però ancora molto lunga ed irta di difficoltà.
8) I PERICOLI DELL’ELETTROSMOG
L’errore compiuto in fatto di onde elettromagnetiche è quello di una preoccupazione eccessiva per i danni che deriverebbero dal sistema di comunicazione della telefonia mobile della quale non è assolutamente accertata la pericolosità nel mentre viene sottaciuto il problema vero delle linee di trasporto elettrico ad alta ed altissima tensione. La potenza che transita in quest’ultime è enorme ed è sicuramente fonte di gravi danni alle persone e alle cose che stazionano a lungo nelle aree circostanti. Si tratta di un problema reale che non è affatto visto nella sua giusta dimensione nel mentre, nonostante la loro enorme diffusione e lo smisurato uso, è dei telefonini e dei danni che provocano che si parla a sproposito organizzando convegni, creando comitati, bloccando l’installazione di antenne e relative centrali operative con una attività intensa, a mio avviso, per niente giustificata.
9) IL COORDINAMENTO DEI SERVIZI
I grandi temi di cui si è data una breve ed assolutamente incompleta indicazione, assieme ad altri cui non si è nemmeno fatto cenno ma che sono anch’essi determinanti (la salute pubblica, il sistema Bancario, la pubblica sicurezza, il sistema fiscale ecc. ecc,) non possono vivere se non integrandosi vicendevolmente tramite sofisticati sistemi di controllo e di scelta delle strategie che io non riesco nemmeno ad immaginare, tanto sono complessi. Riesco appena a rappresentare come non si possa, ad esempio, pensare ad una vera politica energetica senza riferirsi contemporaneamente al problema del rifornimento idrico, a quello dei trasporti e quindi alla salvaguardia dell’ambiente a sua volta legato con il trattamento delle acque reflue e con lo smaltimento dei rifiuti urbani, e così via per altri settori. Il tutto richiede una organizzazione che ne segua e ne coordini le direttrici principali.
A fronte di questi problemi mastodontici ma ai quali bisogna per forza far riferimento, balza agli occhi l’inconsistenza delle soluzioni realmente in programma e prima indicate con le quali ci si perde per costruire veri e propri castelli che, oltre che in aria hanno una valenza secondaria destinata solo a dissipare tempo e denaro senza in pratica risolvere nulla.
10) CONCLUSIONE
Si sono descritti a grandi linee alcuni servizi determinanti il futuro della moderna società facendo rilevare la necessità di affrontarne i problemi alla radice, coordinandoli ed integrandoli l’uno con l’altro.
Dal confronto con le azioni effettivamente intraprese, viene messa in risalto la assoluta incapacità di risoluzione e la contemporanea e deleteria distrazione di mezzi e attività verso traguardi alternativi di poca o nessuna efficacia.
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