IL BANCO DI LAVORO DEL FALEGNAME

Rintracciato fortuitamente il banco nel quale mio padre ha passato tutta la sua vita di legname e dopo aver fatto i restauri necessari lo ho adibito a tavolo dove io passo gran parte della mia giornata. Il tavolo si trova nello stesso stato di quando era attivo, tenuto conto ovviamente delle superfici lignee dove risaltano in rilievo tutte le vene del legno e, oltre a questo, numerose lesioni subite durante il periodo lavorativo ad opera dei vari strumenti e soprattutto della sega che non gli ha risparmiato nessuna ferita, non profonda ma ben notevole alla vista e soprattutto al tatto. In un primo tempo avevo pensato di sovrapporvi un bel cristallo sagomato secondo i bordi del banco e che avrebbe costituito una superficie superlevigata dove lavorare. E un provvedimento che intenzionalmente non ho messo in atto perché preferisco aver spesso da trovarmi a diretto contatto del legno con tutte le sue asperità naturali e quelle provocate dal lavoro di mo padre. Spesso mi ritrovo a carezzarlo quel legno. Lo sento che non è una cosa morta ma che invece trasmette segnali continui di un lavoro faticosissimo svolto da mio padre per me e gli altri famigliari che mi fa provare una grande commozione. Allora quel legno lo accarezzo con la mano e gli parlo e ricevo risposte precise da ogni irregolarità : la venatura del legno, ora in rilievo, mi ricorda quanto, quanto tempo ha trascorso mio papà lí su quel tavolo, ogni irregolarità della superficie provocata con le sue mani, mi é chiaro testimone di un colpo di sega dato in più, di un foro fatto col trapano sempre a mano e di lughezza eccessiva percependo chiaramente che quel tavolo era fatto in modo da rendere innocuo ogni piccolo eccesso. Allora mi sembra di udire i suggerimenti del tavolo a papà: non ti preoccupare Guido io sono qui apposta per raccogliere ed accumulare tutte queste piccole irregolarità che non comportano alcun danno al mobile che stai costruendo perché io sono qui apposta per raccoglierle gelosamente e conservarle a futura memoria! Se la si osserva bene quella superficie del tavol é un intero libro che racconta mille avvenimenti nessuno dei quali é casuale ma ha una precisa motivazione della sua esistenza! Guai coprirlo, nasconderlo, impedire alla mia mano di accarezzarlo e soprattutto impedirgli di parlare in silenzio!