Sono trascorsi almeno tre lustri da quando il sottoscritto ha definito “un bidone” la fognatura comunale di Mestre. Da allora non sono mai mancate reali conferme della validità di detta affermazione. Ora, essendo il sottoscritto venuto in possesso dei documenti ufficiali del Progetto “ADEGUAMENTO DEL COLLEGAMENTO FOGNARIO TRA LA STAZIONE DI SOLLEVAMENTO S6 E L’IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI FUSINA” dell’importo complessivo di circa 10 milioni di euro, ho modo di accertarne errori gravi che non fanno che confermare quanto sopra.
La regola di base imporrebbe che ogni progetto stralcio di una qualsiasi opera pubblica fosse congruente con il progetto generale ritenendo che fossero queste le condizioni indispensabili affinché, una volta completata la struttura pubblica in tutte le sue parti, essa avesse a costituire un tutto unico organico e funzionale. Essendo quello di Mestre un caso del tutto particolare nel quale detta congruenza viene considerata alla stregua di un semplice opzional cui si può tranquillamente derogare, non si accenna nemmeno a tale condizione. Se devo dire il mio parere al riguardo devo subito affermare che una delle ragioni principali per le quali il sistema fognante mestrino presenta gravi difetti di funzionamento è proprio la sua mancata organicità generale dovuta, come spiegato, al mancato rispetto della strategia fondamentale.
Nel caso particolare si tratta della parte terminale del progetto Altieri relativo al trasferimento Campalto-Fusina delle acque reflue pari a 5 volte la portata totale nera che si prevede pervenga all’impianto di depurazione di Campalto. Logicamente la modalità fondamentale di dimensionamento doveva basarsi, se non sul progetto generale della fognatura mestrina, come prima spiegato, almeno sui dati del progetto Altieri di cui, nell’elaborato in questione, si fa solo un accenno sommario.
Ad avviso dello scrivente il mancato rispetto dei due imperativi citati costituisce già una mancanza grave.
Nelle more di tali deficienze si sarebbe allora dovuto effettuare una accurata analisi e determinare la portata nera in arrivo all’impianto S6 per il periodo di presunta validità delle opere progettate basandosi sui dati urbanistici attuali e futuri di previsione del bacino imbrifero che grava sull’opera stessa .
Invece cosa si fa? Si esaminano sic et sempliciter le portate reali di tempo secco (quindi portate nere) che una fognatura disastrata come quella esistente nel luogo di progetto ha nella realtà addotto a detto impianto S6 nell’ultimo lustro e si basa tutta la progettazione su detto elemento base ritenendolo come fondamentale e rappresentativo della situazione. Ciò significa commettere errori gravi nel dimensionamento delle strutture poiché si omettono totalmente due fattori determinanti consistenti dapprima nello stato precario della fognatura effettivamente esistente cui si deve una sottostima delle portate reali ed in secondo luogo negli incrementi di portata nera dovuti alle nuove edificazioni che aggrava ulteriormente tale sottostima. Il tutto si traduce in un notevole sottodimensionamento delle opere e quindi nella necessità di dover prevedere che fin dal loro nascere esse si rivelino insufficienti e non in grado di svolgere il ruolo loro assegnato. Valga come esempio la realizzazione urbanistica di un vero e proprio nuovo centro abitativo appena iniziata in via Mattuglie. Non appena ultimato esso apporterà un notevole incremento di acque nere che modificheranno i dati usati nel progetto.
La conclusione è sempre la stessa: risulta con matematica certezza che le strutture fognarie di Mestre non potranno mai funzionare a dovere perché sono nella maggior parte realizzate su progetti errati fin dai concetti di base.
Vien da chiedersi come sia possibile una conduzione della progettazione come quella descritta ma anche come sia possibile che gli elaborati progettuali riescano a passare sotto le forche caudine degli organi addetti al controllo ed al’approvazione e quindi alla concessione dei finanziamenti necessari per i lavori (vedi verbale della Conferenza servizi COM CS seduta del 23 02 2011 in cui si approva l’intervento).
L’aspetto peggiore che traspare dalla presente nota è il rappresentare un esempio concreto di un modo di fare progetti generalizzato che ha portato un servizio così importante come la fognatura ad una situazione così catastrofica da poterne intravedere una sola soluzione : ripartire da zero con concetti fondamentali totalmente nuovi.