L’Isola d’Elba in questi giorni è interessata da un avvenimento destinato a rivoluzionare il suo sistema di approvvigionamento idropotabile: il prossimo inizio dei lavori di costruzione del primo dissalatore dell’acqua del mare con produzione di 40 l/sec di acqua potabile che sembrano ora aumentati portandoli a 80 l/sec.
Si tratta di un avvenimento storico in quanto viene introdotta per la prima volta acqua potabile del tutto particolare in una rete che é stata da sempre alimentata da acque di falda sotterranea oppure di sorgente. Una gran parte del volume idrico della rete elbana attualmente proviene dalla Val di Cornia dove subisce un complesso e costoso trattamento di eliminazione di sostanze pericolose per la salute pubblica.
Il fine specifico di questo progetto é quello di segnalare quali grandi vantaggi si potrebbero avere nel servizio idrico elbano da una diversa destinazione dell’importo di spesa di 20 milioni di euro già previsto per la costruzione di quel dissalatore di Mola che attualmente è fonte di una vivace e movimentata contestazione nei riguardi della sua realizzazione.
Occorre innanzitutto far risaltare che una grave anomalia dell’acquedotto elbano è quella di presentare fortissime escursioni sia nella richiesta idrica, dovute alla presenza di molti turisti estivi ed inoltre ai consistenti sbalzi nella produzione dell’acqua potabile dovuti alle bizze della piovosità la quale proprio nel momento di maggior consumo, cioè d’estate, difetta in maniera cosí cospicua da mettere sistematicamente in crisi sorgenti e falda che sono le dirette alimentatrici dell’acquedotto. Oltre alle citate anomalie della produzione di acqua potabile, che sono dovute alle particolarità naturali del territorio, sussistono anche difetti del sistema acquedottistico il quale, pur essendo affetto da scarsità d’acqua, in certe stagioni deve diminuirne la produzione perché eccede rispetto alla scarsa domanda momentanea da parte dell’utenza. Si tratta evidentemente di un paradosso cui, in questo progetto, viene posto risoluzione imponendo di non sospendere mai durante l’anno alcuna produzione in quanto tutta l’acqua in esubero rispetto al fabbisogno viene accumulata in serbatoio secondo le modalità che saranno indicate.
Il solo mezzo che può rimediare ad una situazione idropotabile gravemente anomala come quella in oggetto consiste esclusivamente nella edificazione di un grande serbatoio in grado di accumulare acqua nei momenti di eccedenza delle fonti rispetto alle diminuite richieste dell’utenza per poi conservarla e metterla a disposizione nei momenti di grandi consumi. In realtà l’acquedotto elbano sarebbe già dotato di una cinquantina di serbatoi per una cubatura utile totale di circa 30000 mc (trentamila mc) che potrebbero contribuire efficacemente a tale benefica azione di compensazione delle portate ma soltanto qualora non ne fossero impediti per non essere affatto in grado di entrare in funzione correttamente e cioè di alimentare tutti assieme la rete con un’azione contemporanea poiché ognuno di essi deve invece operare in funzione non già delle richieste dell’utenza ma invece della situazione degli altri serbatoi collegati tra di loro in serie denunciando così un funzionamento totalmente casuale.
Neppure la condotta sottomarina, che fornisce all’Isola la maggior parte dell’acqua, è in grado di variare la sua portata in funzione delle richieste di rete a causa della sua notevole lunghezza che limita a valori minimi la sua possibilità di variazione di portata. Ne deriva che un’operazione vitale per l’Elba, come sarebbe la corretta compensazione delle portate dell’acquedotto, é praticamente inattuabile anzi avviene nel peggiore dei modi e cioè facendo variare la portata di perdita occulta la quale, quando l’utenza non consuma, provoca un fortissimo incremento di pressione di rete e quindi di portata scaricata nel sottosuolo attraverso le fessurazioni delle condotte. In sostanza si può affermare che la elevata portata di perdita ufficialmente dichiarata pari al 40% circa del totale prodotto, ha luogo prevalentemente di notte quando gli utenti consumando pochissima acqua e provocano il citato forte aumento della pressione di esercizio e quindi di perdita. Se ne deduce immediatamente che la prima risorsa cui attingere per la risoluzione dei problemi idrici è proprio rappresentata dalle perdite che hanno valore più elevato e cioè quelle notturne. Si conferma molto preziosa la presenza di un capace serbatoio come quello di cui al presente progetto, il quale, assorbendo durante le ore notturne una buona parte delle portate di perdita, regolarizza la pressione di esercizio della rete abbassandone notevolmente il valore ed accumulando al tempo stesso una buona parte di quell’acqua che andrebbe perduta. Quello descritto è un dettaglio da non trascurare: buona parte del volume di riempimento del serbatoio viene prelevato dalla rete attuando quell’azione di recupero di buona parte delle perdite, azione da sempre reclamata dai cittadini elbani che non trovano giustificazione per un fenomeno così negativo come le elevatissime perdite occulte dell’acquedotto. Come si vedrà nel seguito per rendere più proficua l’azione di recupero d’acqua dell’acquedotto, occorre anche modificare la produzione da parte delle fonti evitandone la continua variazione di portata attuata solitamente con la sospensione invernale del funzionamento dei pozzi, per sostituirla con una produzione continuativa estate ed inverno da parte di tutte le risorse dell’acquedotto, nessuna escusa ed a portata costante.
L’opera che, impiegando la stessa cifra di denaro che sarà spesa per costruire il dissalatore, sarebbe in grado di risolvere i problemi normalizzando il servizio idrico almeno per un ventennio, comprende un serbatoio sotterraneo da circa 300000 (trecentomila mc) costituito da una galleria circolare scavata alle pendici del M. Capanne e ad una quota di circa 150 m sul mare. In questa prima fase sono previste solo le opere essenziali necessarie per ottenere il risultato indicato mentre notevoli miglioramenti potranno essere previsti nell’immediato futuro trattandosi di opera funzionale e suscettibile di costruzione degli ampliamenti successivi senza interruzione dell’esercizio della parte di serbatoio già costruito.
Le altre opere da costruire oltre al serbatoio vero e proprio sono una vasca di raccolta ubicata nel piano di Marina di Campo in prossimità di una condotta principale della rete oggi esistente ed essendo affiancata da un piccolo impianto di sollevamento atto a sollevare l’acqua della vasca per immetterla nel serbatoio stesso tramite una condotta adduttrice destinata a lavorare sia in mandata da vasca a serbatoio sotterraneo sia in ritorno da serbatoio sotterraneo a rete.
In pratica il funzionamento delle opere può essere così descritto. In questa prima fase, si devono recuperare tutte le portate in esubero della rete acquedottistica esistente senza bisogno di altre fonti cui si potrà ricorrere piú avanti negli anni . L’azione va integrata da un diverso funzionamento delle strutture acquedottistiche esistenti e che deve essere regolato dal Sistema centralizzato di controllo e comando in modo da far svolgere a tutte le fonti esistenti un lavoro ottimale il che significa farle lavorare tutte indistintamente con una portata costante ma continua 24 ore su 24 e durante tutte le stagioni da inverno all’estate affidando al nuovo serbatoio la funzione di effettuare una ottimale compensazione delle portate. In pratica il nuovo serbatoio, non appena la pressione di rete ( che come detto verrebbe alimentata, nell’ipotesi considerata, da una produzione costante estate ed inverno ) tende ad aumentare a seguito di una diminuita richiesta dell’utenza, entra in funzione aprendo la sua valvola di prelievo dell’acqua dalla rete stessa ed effettuando la duplice funzione di accumulare indistintamente tutte le acque in esubero rispetto alle richieste dell’utenza ed in secondo luogo di evitando in maniera tassativa che la rete aumenti la pressione. Ovviamente vi corrisponde anche una importante riduzione delle più consistenti perdite di rete come sono ad esempio le quelle notturne prima citate.
E’ l’importante a questo punto ripetere come le opere in progetto promuovano il funzionamento ottimale di tutte le fonti dell’acquedotto di qualunque tipologia, facendole obbligatoriamente lavorare tutte a portata costante giorno e notte sia d’estate che d’inverno. Si dice bene “fonti di qualunque tipologia”. Cito ad esempio i pozzi che prelevano dalla falda sotterranea, i quali attualmente funzionano nel modo peggiore che si possa immaginare in quanto d’inverno vengono chiusi ritenendo, del tutto erroneamente, di promuovere il rimpinguamento della falda . Nella successiva estate i pozzi vengono sfruttati al massimo deprimendo la falda a decine di metri sotto il livello del mare il che provoca la penetrazione del nucleo salino nei terreni agricoli della zona circostante con tutti i danni che questo comporta nei riguardati di terreni agricoli stessi . In realtà è ben noto come il modo perché i pozzi durino a lungo è quello di farli proprio funzionare a portata ininterrotta e costante per periodi il più lunghi possibile. Ed è proprio questo il risultato da ottenere con le opere in progetto: far lavorare per 365 giorni all’anno tutte le opere di produzione d’acqua potabile a portata costante.
Nel caso venisse costruito un dissalatore anche da questa struttura si otterrebbe il miglior risultato facendola lavorare ininterrottamente a portata costante
Una volta spiegata l’importanza fondamentale del serbatoio sotterraneo consistente in una profonda regolarizzazione della produzione da parte delle attuali risorse evitandone ogni sospensione di funzionamento invernale, restano da evidenziare altri vantaggi notevoli che provengono dalla sua costruzione ed esercizio.
rima di tutto è da segnalare che lo scavo di 300 000 mc di roccia rende disponibile un corrispondente volume di materiale inerte preziosissimo in un’isola come l’Elba. Grazie al lavoro di frantoi e mulini il materiale scavato offrirebbe un inerte di grande valore sia come inerte per i calcestruzzi e sia come sabbia per il rimpinguamento delle spiagge danneggiate dalle mareggiate sia per loro eventuali ampliamenti o addirittura per costituire nuove spiagge grazie all’abbondanza di sabbia a costi prossimi allo zero.
Un altro vantaggio del serbatoio è quello di conservare anche per lunghi è periodi l’acqua potabile (notare bene: acqua potabile!) al buio e quindi al riparo dei raggi del sole e quindi acqua sempre fresca ed esente da infiltrazione di insetti o altri animli o materiali dannosi.
L’acqua immagazzinata si trova ad una quota altimetrica che permette di alimentare la rete direttamente a gravità senza bisogno di pompaggio.
Un altro fenomeno di cui si possono sfruttare i notevoli vantaggi è il reperimento durante gli scavi della galleria/serbatoio di soprastanti falde acquifere che potrebbero costituire una ottima fonte suppletiva di acqua potabile che entra direttamente in serbatoio. Nel caso però problemi di tutela ambientale imponessero di non turbare le falde attuali , esistono sistemi moderni di scavo e posa del rivestimento della galleria, che vengono eseguiti mantenendo sul fronte di avanzamento dell’opera dell’acqua in pressione la quale tutela da ogni danno alla idrografia sotterranea preesistente .
Le opere in progetto figurano approssimativamente evidenziate nelle figure allegate che sono state tratte dal progetto di massima dell’intero serbatoio cda due milioni di mc di capacità utile e che è visibile cliccando
https://www.altratecnica.it/un-maxi-serbatoio-per-lacquedotto/ .
In dettaglio nella veduta prospettica si vede il tracciato del serbatoio/galleria , quello della condotta di adduzione-prelievo ed infine l’ubicazione della vasca di raccolta/pompaggio. Le due sezioni trasversali illustrano i particolari costruttivi e la eventuale utilizzazione dei una falda acquifera incontrata nello scavo.
Naturalmente non mancheranno critiche per il fatto che un pur piccolo tratto di galleria scavato sotto il monte Capanna costituisce una smisurata offesa ad un vero monumento dell’umanità come deve assolutamente essere considerata la montagna della bellissima Elba. Io contrappongo due ragioni. Prima di tutto farei presente che la moderna tecnologia di scavo e costruzione di gallerie consente di evitare quei danni che un tempo venivano perpetrati in casi simili ed in secondo luogo che la costruzione di un grande serbatoio prima o dopo deve per forze essere effettuata se si vuole risolvere il problema idrico e che all’Elba per costruire un’opera così mastodontica la soluzione sottosuolo sarà comunque quella meno impattante per l’isola. D’altra parte in questi ultimi tempi si sono costruite gallerie ben più grandi di quella in progetto scavandole sotto montagne ancora più delicate e preziose del. M. Capanne senza aver gravemente danneggiato la natura. Un esempio eclatante è la grande deviazione stradale di Madonna di Campiglio effettuata per uno scopo meno importante di quello elbano sotto le montagne più delicate e belle del mondo,le Dolomiti
La conclusione di questa breve nota non può esimermi dal far rilevare come lo scopo principale del serbatoio sotterraneo sarà in futuro quello di raccogliere acque di ruscellamento superficiali presenti all’Elba nei periodi piovosi, attualmente lasciate scaricarsi inutilizzate a mare ma che in futuro dovranno costituire la risorsa principale di alimentazione dell’acquedotto elbano. In questa sede si sono omesse totalmente le opere di raccolta, decantazione filtrazione e disinfezione necessarie per poter considerare tali acque come potabile e quindi atte ad essere immagazzinate nel serbatoio. Tutto ciò non esclude che, fatto il primo esperimento del serbatoio da 300 000 mc si provveda subito a raccogliere l’acqua che scende in grande quantità dalle vallette del m. Capanne fornendo una prova lampante della grande possibilità che tali acque rappresentano soprattutto in vista di una piena autonomia idrica dell’Isola d’Elba
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