QUERO E LA SECONDA GUERRA MONDIALE

La Via Indipendenza appena ricostruita. Sulla destra Luigi F. responsabile di cantiere

 

La casa Gatto all’angolo NE di Piazza Marconi, ora macelleria Costa, appena ricostruita

 

La casa al bivio tra Via M.Cornella e Via Cavour appena ricostruita

 

Case in località la Croce in corso di ricostruzione, presente il responsabile di Cantiere Luigi F

 

Via Indipendenza appena ricostruita

 

La costruzione ex novo di Via Roma nel 1920. Sullo sfondo Quero distrutta dai bombardamenti

 

 

Panorama dal Monte Cornella anni 20. Notate l’assenza della Casa di Riposo in Piazza Duomo. Le piccole costruzioni in fondo a sinistra sono le baracche dove hanno alloggiato i primi profughi Queresi tornati nel dopoguerra.

 

Panorama da Sud anni 40

 

Panorama da ovest anni 40

 

Panorama di Quero anni 50

 

Panorama di Quero anni 50

 

Gigi, futuro Sindaco di Quero, nel 1930 in Via Roma

 

Via Roma nel 1930

 

Via Roma nel 1940

 

Via Roma nel 1950

 

Via Nazionale nel 1951- Il bimbo con slitta è Antonio Remor

 

Via Roma nel 1954- Con la slitta Benita Dalla Piazza e Rina Poloni

 

Piazza Marconi sotto la neve. Anno 1956

 

Vista di Quero dal Monte Cornella anni 60

 

Il lungo rettifilo della Via Roma anni 50 visto dal Monte Cornella

 

Via Roma anni 70 e mio zio Cometto. L’edifico che oggi ospita il negozio di colori allora era una casa contadina con fienila e stalla.

 

Una bella ed insolita veduta di Quero dei nostri giorni ripresa da Sud. Si noti in basso la nuova zona residenziale di Via Toà.

 

La Chiesa di Quero negli anni 50 sullo sfondo di Segusino e delle montagne che lo circondano

 

L’edificazione a Quero, ripresa e notevolmente incrementata in questi ultimi 50 anni, se da un lato ne ha aumentato l’importanza, dall’altro non è riuscita a mantenere le promesse della bella impostazione iniziale, essendo le nuove aree residenziali e industriali sorte in modo disordinato. Ne sono responsabili sia i privati che, come in molte alte parti d’Italia, accecati dal benessere economico, si sono preoccupati solo di edificare in ogni dove, e sia la pubblica amministrazione che non ne ha dettato per tempo le regole. Valga per tutti l’esempio della via Roma. Chi discende lungo tale via non manca di notare, sulla sinistra alla fine del suo lungo rettifilo, una costruzione che si distingue da tutte le altre per la sua ubicazione poco adatta al luogo. Si tratta del primo edificio per residenza popolare costruito a Quero dall’Ente allora preposto: l’Ina Casa.

 

L’edificio ex INA Casa che, in fondo alla Via Roma, ha occupato la piazza prima esistente

E’ da notare come in quella zona esistesse una piazza nella quale in autunno aveva luogo la trebbiatura del grano prodotto dagli agricoltori di Quero e dei paesi vicini i cui carri ricolmi formavano lungo la via Roma una lunga fila in attesa del proprio turno. Più che di lavoro quelli erano dei momenti di festa nei quali gli agricoltori avevano modo di raccontarsi l’andamento dell’annata ed alla fine tornarsene a casa con il carro carico del grano e della paglia che rappresentavano il premio finale delle loro fatiche. Era per tutti uno spettacolo vedere quell’enorme macchinario color rosso mattone azionato da un trattore cui era collegato mediante una lunghissima cinghia di trasmissione e munito di un grande rostro superiore che con un continuo moto di sali e scendi, quasi fosse la testa di un grande drago, introduceva nel suo capace ventre i covoni di grano. Nella parte terminale, in basso, uscivano i regolari parallelepipedi delle balle di paglia legate con filo di ferro ed i sacchi di grano. In fondo alla piazza esisteva una monumentale fontana-abbeveratoio di forma ottagonale.
Nell’anno 1953 quando si presentò l’occasione d’avere anche a Quero una casa popolare, il comune, volendo economizzare nelle spese, decise di mettere tale piazza a disposizione dell’INA Casa per la nuova edificazione commettendo un duplice errore. Oltre a provocare l’irrimediabile ed imperdonabile perdita della piazza e della fontana, ne derivò un’area dalla forma irregolare poco adatta ad ospitare l’edificio e totalmente in contrasto con quelle regole d’impianto di base prima citate e su cui è conformato tutto il resto del paese. L’assurdità del misfatto appare ancora più evidente quando si pensi alla reale situazione di Quero in quegli anni nei quali una sola era la sua ricchezza: la grande disponibilità di terreni da poter destinare alla edificazione.

Nella nuova organizzazione urbanistica del capoluogo di Quero figura un elemento chiave: la piazza Marconi situata nel suo baricentro e sapientemente ricavata al posto del precedente piccolo slargo triangolare allora chiamato, eufemisticamente, Piazza Egidio Forcellini.Come si può notare dalla planimetria tale slargo, appunto perché di forma triangolare, era dotato di tre strade di accesso. Verso nord era collegato alla chiesa tramite la via Carniello ora chiamata Nazionale, verso sud vi si trovava la continuazione della Via Carniello medesima, mentre verso est esisteva una stretta viuzza di collegamento con la attuale via Piave. Una piccola parte di questa strada è tuttora esistente ed è quella che inizia subito a sud del Municipio per morire a ridosso della cabina di trasformazione dell’Enel. Io la conosco bene perchè confina con la casa dove sono nato e dove ho trascorso tutta la mia gioventù senza nemmeno immaginare che un tempo fosse una delle tre vie principali del paese. Vedendola ora si ha modo di rendersi conto di com’erano una volta le vie interne dell’abitato e di fare un significativo confronto con quelle attuali spaziose, rettilinee e munite di doppio marciapiede!.
La Piazza Marconi per conformazione e per la sua ubicazione baricentrica, aveva tutte le prerogative per diventare, così come è nella realtà accaduto, il polo di attrazione di tutto il paese dove, attraverso gli anni, si sono svolti mille giochi: di volta in volta è divenuta parco dei divertimenti con giostre e tirassegni, tracciato di appassionanti gimcane motociclistiche ed infine campo per tornei di calcio e di tamburello quello vero con pallina dura lanciata e rilanciata da un estremo all’altro del terreno di gioco. Durante il fascismo è stata sede di manifestazioni, sfilate e discorsi, in tempo di guerra, recintata con paletti rossi e fili di ferro, è stata coltivata a grano, mentre nell’immediato dopoguerra è diventata il quartier generale della truppa americana di liberazione. Col passar degli anni ha subito diverse trasformazioni, in parte documentate dalle foto allegate, passando da semplice spiazzo sassoso a campo coltivato, a giardino alberato con o senza fontana centrale ora ubicata di lato. Ai nostri giorni, dopo l’ennesima modifica, è diventata il salotto buono del paese con una arena centrale dove vengono spesso organizzati balli o spettacoli vari. Sotto una galleria di glicini è possibile oggi riposarsi nelle belle panchine che vi si trovano numerose. Si può affermare che la piazza Marconi sia stata la testimone più completa, fin dall’epoca della sua ricostruzione , delle alterne vicende di Quero e particolarmente di quelle che riguardano da vicino il presente racconto. Di fatto, durante la breve vita del cinema Prealpi, i queresi usavano ritrovarsi in piazza davanti al Caffè Centrale e da lì assistere all’afflusso degli spettatori che accedevano sempre più numerosi per vedere i bellissimi film dopoguerra, ad ascoltare il crepitare della macchina da proiezione ed il sonoro del film durante le proiezioni all’aperto. E’ infine da quel luogo che molta gente nell’anno 1964 assistette inerme al furioso incendio che pose fine alla vicenda cinematografica qui narrata.

 

La Piazza Marconi negli anni 20

 

Piazza Marconi anni 20. Mio padre stà servendo vino davanti al Municipio, mia mamma ventenne è alla sua destra

 

19.05 1935 XIII EF. In Piazza Marconi sfilano i soldati alla presenza di molti cittadini

 

Piazza Marconi ante seconda guerra mondiale

 

iazza Marconi ante seconda guerra mondiale. L’edificio bianco in centro è l’albergo al Sole di mio nonno dove è nato nel 1932 l’autore di questa storia

 

Piazza Marconi ante seconda guerra mondiale

 

Piazza Marconi anno 1953

 

Via Nazionale ante seconda guerra mondiale

 

Un’altra immagine di Via Nazionale ante seconda guerra mondiale

 

Via Nazionale post seconda guerra mondiale

 

Via Nazionale anni 60

 

Ancora la via Nazionale anni 60

 

Via Nazionale anni 60

 

Il primo in basso seduto a sinistra col largo colletto bianco è Luigi F. che ha diretto la ricostruzione di molte case di Quero, ritratto nel secondo dopoguerra.

 

L’autore con il fratello Italo in Piazza Marconi nel 1940. Notare l’edificio in fondo a sinistra allora pesa pubblica ed oggi incorporato nella casa Gannini Giancarlo

 

Giovani Queresi in Piazza Marconi nel 1949 . L’autore è al centro in alto. Il primo a sinistra è Luigi che dopo aver lavorato per la costruzione della diga di Kariba in Rodesia, aprirà a Quero una importante industria, il secondo è Vico emigrato in Australia, il secondo in basso è Mario emigrato in Nuova Zelanda Notare la fontana allora esistente in centro alla piazza

 

Via Rimembranze e la parte sud della Piazza Marconi.

 

Bepi e Bernardin seduti davanti al bar Centrale. Sulla porta la mitica Catina
Il bar Centrale nell’immediato dopoguerra

 

La gimcana in Piazza Marconi nel dopoguerra. Duilio guida la Lambretta sotto il controllo di Gottardo

 

Piazza Marconi anni 50 durante una gara ciclistica organizzata da Rinaldo (in primo piano col carabiniere)

 

Piazza Marconi a fine anni 90

 

Piazza Marconi a fine anni 90

 

Piazza Marconi a fine anni 90

 

Piazza Marconi a fine anni 90

 

Piazza Marconi a fine anni 90

 

Il taglio degli alberi in Piazza Marconi a fine anni 90

 

Piazza Marconi oggi

 

La frazioone di Schievenin negli anni 40

 

La frazione di Schievenin ha subito una doppia distruzione per i bombardamenti della prima guerra e l’incendio ad opera dei tedeschi nella seconda. Nella foto Schievenin negli anni 50

 

 

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