Nel corso del racconto ho avuto più volte modo di descrivere il cambiamento che anche nel settore dei rifiuti urbani, si è verificato nell’ultimo mezzo secolo, cambiamento così importante da richiederne maggiori dettagli.
Comincerò col far presente come i proprietari di cani domestici, quando portano a spasso le loro bestiole per le vie cittadine, devono essere muniti di attrezzatura per raccogliere e depositare negli appositi contenitori stradali gli escrementi che il loro cane avesse emesso per strada. Anche ai tempi della nostra storia nelle vie del paese venivano scaricati simili sostanze ma esse erano dovute al bestiame delle stalle dei contadini che, non certo per divertenti passeggiate ma per portare gli animali alla fontana per abbeverarli oppure in campagna per il pascolo, dovevano percorrere tutti i giorni le strade pubbliche. Allora la raccolta di tali rifiuti, lungi dall’essere imposta dai regolamenti comunali, era spontaneamente fatta da alcuni queresi che perlustravano sistematicamente le vie del paese alla ricerca del letame, prezioso elemento di concimazione degli orti. Nel vecchio film ” Altri tempi” c’è un episodio significativamente intitolato “questione d’interesse”, nel quale i due protagonisti, interpretati magistralmente da Folco Lulli e Arnoldo Foà, in strada litigano tra di loro per il possesso di uno di detti escrementi che, appena uscito dal ventre di una mucca, era stato da uno dei protagonisti visto ma dall’altro raccolto per primo!.
Non parliamo della carta di scarto un tempo così preziosa da costituire un piccolo tesoro. Io allora conoscevo un mio coetaneo di Vas il cui lavoro, assai redditizio, consisteva nel passare paese per paese a raccogliere la carta straccia pagandola qualche soldino per poi rivenderla alla cartiera del suo paese, dove essa era riutilizzata produrne della nuova. Altro che contenitori, vivamente colorati, che sono oggi sparsi nelle strade per invitare, spesso inascoltati, gli abitanti ad introdurvi le montagne di giornali, di dépliants ed in genere di carta che invade le nostre case!.
Racconterò ancora come in fondo alla Via Garibaldi, si trovasse l’abitazione di un rigattiere conosciuto come “strassi, ossi e ferovecio” per il grido emesso durante i suoi giri di paese in paese con un carrettino trainato da un’asinello per raccogliere, sempre stracci, ossa e ferrivecchi. Ogni famiglia era abituata a conservare tali elementi per darli di tanto in tanto al citato rigattiere e ricavarne qualche soldo. Da notare come facessero parte di questo commercio non solo le ossa degli animali ma anche le ossa delle pesche che venivano poi utilizzate negli appositi laboratori per fabbricare il croccante. Ricorderò come nell’immediato dopoguerra esistessero molti giovani che si dedicavano alla ricerca di residuati bellici della prima guerra mondiale, sopratutto le cosiddette “scaie” cioè dei frammenti delle bombe che in grande quantità era caduta in paese provocandone la totale distruzione e nelle vicine montagne già teatro di sanguinose battaglie. Ad un certo punto questa attività diventò molto redditizia per la comparsa dei cercametalli magnetici. Fu quella l’occasione di grandi e rinvenimenti, chiara dimostrazione delle cruente battaglie che si erano svolte nei nostri paesi durante la prima guerra.
In conclusione nelle nostre case i rifiuti urbani, oggi consegnati tutti i giorni per la raccolta e smaltimento, non esistevano proprio avendo ognuno di essi, come detto anche in altre parti del racconto, delle modalità di riutilizzazione ben precise. Nelle case stesse ed anche nei laboratori degli artigiani non si trovavano nemmeno quelli che oggi sono chiamati rifiuti speciali per il cui smaltimento, molto costoso, occorre oggi far intervenire le ditte specializzate, e ciò era da attribuirsi ad un motivo molto semplice: allora venivano usati solo materiali naturali che non producono inquinamento di sorta.
Ai nostri giorni i rifiuti rappresentano un grave problema. Si sono costruite quà e là, dei luoghi di deposito costituiti da enormi cavità del terreno rivestite di guaina impermeabile, nei quali vengono ammassati enormi volumi di rifiuti fino a costituire degli imponenti rilevati anch’essi protetti da guaine impermeabili successivamente ricoperte da strati di terra con manto erboso. Degli appositi camini fanno uscire dei gas puzzolenti che alle volte alimentano delle fiamme perenni. Non è raro, però, assistere alla rottura della guaina e alla conseguente fuoriuscita di miasmi liquidi nelle campagne circostanti. Altre volte si assiste alla trasmissione televisiva di desolanti immagini di strade cittadine letteralmente invase da enormi cumuli di spazzatura rimasta per settimane con i risultati che tutti conosciamo. Le motivazioni di tanto degrado sono varie ma non è raro imbattersi nell’assoluta impossibilità di trovare un luogo dove poter ammassare gli enormi cumuli di materiale altamente inquinante. In questo panorama desolante cominciano ad emergere importanti sperimentazioni con le quali si riuscirà finalmente a risolvere il problema dei rifiuti urbani riutilizzando in vario modo gli enormi volumi che vengono prodotti ogni giorno per ricavarne dei sottoprodotti utili tra cui molto importante la produzione di gas, energia elettrica e materie utili all’agricoltura.