GITE RICREATIVE E PELLEGRINAGGI

Altre attività di divertimento comunitario della gioventù erano quelle organizzate in parrocchia e cioè i giochi da farsi nel cortile della casa del cappellano e qualche gita per lo più avente lo scopo di visitare i santuari dei dintorni cioè ubicati entro un raggio di un centinaio di chilometri. Il mezzo di trasporto in queste gite era un camion privo di telone di copertura sul quale si ammassavano i gitanti, seduti su rudimentali panche di legno e spesso in piedi, fidando nella clemenza del tempo per non arrivare a casa fradici d’acqua. La stabilità del carico umano era dovuta principalmente all’elevato numero dei presenti stipati entro le alte sponde del cassone e quindi al riparo da qualsiasi sbandamento.
Alle volte, durante il viaggio di ritorno, il conducente compiva delle deviazioni e, per sfruttare meglio il suo mezzo di trasporto, passava da un cliente a caricare del materiale da portare a Quero. In tale occasione i passeggeri dovevano restringersi ulteriormente per far posto ad un comò o ad un armadio, nuovo ed imprevisto occupante di un veicolo già sovraccarico di una merce come i gitanti di per sé incompatibile con il veicolo stesso sia per le disposizione di legge relative ai trasporti su strada sia per i pericoli e la scomodità di viaggio dei passeggeri. Paradossalmente, essendo la costipazione dei passeggeri una garanzia per la loro stabilità, la diminuzione dello spazio disponibile che si veniva ad avere, serviva per aumentare la sicurezza delle persone durante tutto il viaggio anche se a prezzo di un aumentato loro disagio. Nonostante tutto le gite riuscivano sempre piacevoli e molto partecipate.

Giovani queresi in gita a Redipuglia col cappellano Don Guerrino

 

In gita nel Cadore

 

In gita

 

In gita

 

In gita

 

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