Le invernate, quando io ero giovane, erano molto più fredde di quelle attuali, o forse sembravano tali per la scarsa possibilità di proteggerci riscaldando case d’abitazione e in genere i luoghi di ritrovo o di convivenza. Per passare delle piacevoli serate in compagnia esistevano allora dei locali che, nonostante fossero i meno indicati sia dal punto di vista igienico e sia per le scadenti comodità offerte, venivano sistematicamente usati per organizzarvi delle piacevolissime serate. Erano le stalle dei contadini: un ambiente che, ai nostri giorni, farebbe sicuramente inorridire. Mentre la temperatura esterna toccava i venti-venticinque gradi sotto zero, dentro le stalle persisteva una temperatura di trenta, trentacinque gradi sopra lo zero e dovuta alle mucche e al loro modo di respirare che produceva un’atmosfera molto calda, carica di umidità e di un odore tutt’altro che piacevole che impregnava i nostri abiti ma che, trascorso un breve periodo di assuefazione, non era da noi più percepito. Gli escrementi delle bestie erano sistematicamente scaricati nel fosso che attraversava tutta la stalla e vi restavano a lungo spandendo nell’ambiente un odore tutt’altro che piacevole. I sedili, costituiti dagli scomodi sgabelli a tre gambe normalmente usati dai contadini per la mungitura, erano la sola componente dell’arredamento disponibile. Il locale era sorvegliato da almeno una delle mamme delle ragazze presenti la quale in un angolo della stalla confezionava a mano delle calze o dei maglioni con i ferri da lana, ma che in realtà presiedeva la serata allo scopo di poter, in qualunque momento, fungere da testimone della correttezza della stessa. Questo non è un aspetto secondario di quei tempi nei quali era fondamentale, non tanto la salvaguardia vera della moralità, quanto invece quella dell’immagine, diffusa in paese a piene mani, delle ragazze da marito. La prova dell’incongruenza di tale modo di fare è data dal fatto che anche allora, nonostante tante precauzioni, non mancavano affatto le ragazze-madri nonostante questo avvenimento fosse in quei tempi considerato cosa scandalosa!. Negli anni che hanno fatto seguito al periodo qui narrato le cose sono migliorate e questo falso perbenismo è pressoché scomparso. Oggi il comportamento della gente, se da un lato è più spregiudicato e troppo accondiscendente con la gioventù soprattutto nei riguardi delle questioni sessuali, dall’altro si dimostra più veritiero e privo di falsa moralità.
C’é un’altro aspetto che vale la pena di rilevare. Oggi i divertimenti invernali dei giovani sono totalmente diversi da quelli appena descritti. Al filò nelle stalle è subentrata la settimana bianca che molti giovani passano nei mille centri per sport invernali oggi a disposizione. Mi risulterebbe che spesso ci si reca in tali centri non tanto per praticare lo sport quanto piuttosto per incontrarsi la sera negli appositi locali spesso lussuosi e nei quali si può disporre di piscine riscaldate, moderne discoteche ed anche di centri benessere con saune ed altri particolari trattamenti della persona. Ora paragonare tutto questo con le nostre stalle puzzolenti dà veramente la misura dei cambiamenti intervenuti nel frattempo. Io credo però che ad un miglioramento così rilevante non corrisponda altrettanto progresso nei riguardi del divertimento che i moderni giovani ne possono ritrarre, credo invece che le nostre missioni fuori paese fatte con trasferimenti in bicicletta ad una temperatura rigidissima e la successiva permanenza al fetido caldo delle stalle fossero, paradossalmente, più belle. Ma forse questo non è altro che mitizzazione dei ricordi giovanili fatta da chi, come chi scrive, è molto avanti con gli anni!