Negli anni in cui si svolge il presente racconto , i ragazzini, sopratutto nei piccoli paesi di montagna come Quero, erano visti come braccia da adibire quanto prima possibile al lavoro manuale dei campi nel mentre la scuola era considerata soltanto un pretesto per sottrarre i giovani e per alcuni anni a detta attività. Da questo grave errore di concetto sono derivati danni enormi per i nostri paesi. Molti dei miei amici di gioventù ed anche molti altri più giovani di mè nonostante dimostrassero grande passione e predisposizione per lo studio, hanno potuto solo frequentare le scuole elementari. Osservando le cose a posteriori posso dire che se non hanno avuto problemi di sorta dal punto di vista economico in quanto, dopo aver trascorso una gioventù dura e spesso basata sull’emigrazione causata dalla assoluta mancanza di attività locali, sono riusciti a raggiungere comunque una buona posizione grazie al loro lavoro operaio svolto in modo encomiabile, lavoro spesso culminato in attività artigianali o industriali in proprio che hanno avuto notevole successo economico. Quello che è mancato e che manca a questi miei amici è la passione per le cose belle, come l’arte, la letteratura, i viaggi istruttivi ed in genere la passione per conoscere la natura che ci circonda nei suoi aspetti migliori, tutte cose che solo la scuola di gioventù instilla nel nostro animo.
In questo senso devo ringraziare i miei genitori, da molti anni non più in vita, per avermi consentito, a prezzo di grandi sacrifici, di effettuare un minimo di studi che mi hanno aperto gli occhi su questo mondo affascinante. Il fatto che nei nostri paesi non esistesse alcuna scuola oltre alle elementari, mi ha anche permesso di conoscere modi di vita diversi da quelli locali e, assieme alle nozioni scolastiche vere e proprie, ha veramente aperto la mia mente ad orizzonti e modi di vita più ampi di quelli queresi avendo dovuto vivere a Valdobbiadene, Feltre e Treviso ed entrare in contatto con diverse culture. Tra i molti validi insegnanti che hanno svolto un ruolo importante, mi sento in obbligo di nominarne due per il ricordo vivo che conservo a tanti anni di distanza assieme a molti dei pezzi culturali che mi hanno fatto apprezzare. Si sarà già notato come in diverse parti del presente racconto siano riportati degli episodi legati alla mia frequenza delle scuole elementari. Aggiungo che, essendo nella stessa maniera ancora presenti nella mia memoria, sono in grado di recitare tutt’oggi interamente delle poesie che alle scuole medie mi erano state spiegate così bene da indurmi più e più volte a ripeterle tra mè e mè ed anche a rileggerne ogni tanto il testo originale sui libri di scuola che conservo tuttora : è questo il segno di quanto la scuola abbia inciso nella mia formazione intellettuale.
I due insegnanti che voglio nominare sono la Maestra elementare Clelia Rago la quale, oltre per le materie scolastiche vere e proprie, si è distinta per averci insegnato dei modi di vita che poi io e tanti amici abbiamo messo in pratica e che utilizziamo tuttora, ed inoltre il preside ed insegnante di materie letterarie della scuola media di Valdobbiadene Gualtiero Baldoin del quale ricordo tuttora delle mirabili lezioni sulla letteratura italiana e sulla lingua latina ambedue da lui adorate.
Sento anche il desiderio di ricordare i tempi eroici della scuola per geometri da mè frequentata nel dopoguerra. In questo settore l’unica possibilità era quella offerta dall’Istituto Riccati di Treviso: una scuola gloriosa che io ho frequentato per due anni. Poi, nel 1948 essendo stata aperta a Feltre una sezione staccata del Riccati, io ne ho approfittato per avvicinarmi a casa. Ebbene posso dire con soddisfazione di esservi stato un pioniere in quanto ho appartenuto alla prima schiera di geometri che sono usciti da Feltre. Quando io frequentavo la terza geometri non esistevano né la quarta né la quinta. Queste classi sono nate con mè ed i miei compagni dei quali conservo un ricordo indelebile.
Ai nostri giorni le cose sono molto cambiate e per tutti i giovani esistono grandi possibilità di studiare: è questo un motivo per sperare in un futuro migliore per tutti. Devo aggiungere una mia considerazione che, specificatamente nel settore scolastico, riguarda Quero ed in genere il feltrino e che ho rilevato direttamente da mia figlia che, da una quindicina d’anni, fa l’insegnante nella zona. Ebbene le informazioni che sono riuscito ad avere di prima mano mi descrivono una gioventù locale molto seria, che si dedica con passione allo studio e che tiene modi di comportamento davvero encomiabili. In altri termiti ho percepito la stessa serietà, lo stesso entusiasmo che io, da giovane, avevo per la scuola. Credo che questo sia motivo di ben sperare in un futuro sempre migliore per questa parte del veneto che eccelle senza dubbio rispetto alle altre parti di una regione che a sua volta non è seconda a nessun’altra in Italia.